oro journal

La nuova generazione dei produttori di vino: green, tecnologici e innovativi.

10/03/2022, tempo di lettura 3 minuti.

C’è una nuova generazione di produttori di vino italiani che pur mantenendo l’eccellenza come traguardo di produzione della propria azienda, hanno scelto di integrare i metodi tradizionali con scelte innovative, tecnologiche e una particolare attenzione alle scelte green.

Helena Lageder rappresenta la sesta generazione della Tenuta Alois Lageder. 

Il suo impegno è nella direzione della sostenibilità, grazie all’utilizzo di bottiglie più leggere dal peso solamente 450 grammi, ma che possano essere utilizzate per vini importanti come il Borgogna. Questa innovazione riduce il consumo di vetro da 512 tonnellate a 425 tonnellate, per un totale di 87 tonnellate (17%) in meno di vetro prodotto e trasportato ogni anno. “La bottiglia ha anche un nome. Si chiama Summa e abbiamo preso la decisione di non brevettarla, in modo che molti viticoltori siano motivati a utilizzarla” ha dichiarato Lageder.

Per festeggiare i cento anni della sua azienda, Marzia Varvaglione (Varvaglione1921), quarta generazione di vignaioli, ha realizzato la prima etichetta in Italia che si avvale della tecnologia della realtà aumentata. Nei lunghi mesi trascorsi in masseria durante il lockdown, è nato Masseria Pizzariello, blend di Primitivo, Negroamaro e Aglianico, un “single vineyard”, ovvero un vino prodotto dalle uve lavorate e raccolte in quello che i Varvaglione considerano il giardino di famiglia. Per realizzare il progetto di realtà aumentata si sono ispirati ai territori che ospitano i tre vitigni che compongono questo vino, in Italia Masseria Pizzariello è l’unico vino del “metaverso”.

Il rampollo della storica famiglia toscana Tancredi Biondi Santi è stato tra i primi promotori dell’uso della tecnologia dei droni in vigna nei vigneti del Castello di Montepò.

Grazie a telecamere termiche e multispettrali montate su droni con GPS centimetrico, l’intervento in vigna è mirato e differente in ogni microzona, risparmiando l’utilizzo e la quantità di trattamenti: un primo passo, importante, verso una futura gestione ecologica della vigna. Vengono sperimentati anche droni capaci di trasportare oltre 30 kg di prodotto e di irrorarlo con estrema precisione sulle foglie e sui grappoli a una quota inferiore a un metro dalla cima dei filari, annullando di fatto l’effetto della “deriva” del prodotto stesso. 

Tradizione e innovazione a quanto pare convivono in armonia in queste grandi famiglie di produttori italiani.

Scritto da Anna, Paolo - 10/03/2022

Condividi

Follow and share @ilvenexino